Lunedì concerto del pianista e compositore Olli Mustonen, giovane ma celebre esponente del free jazz finlandese, e direttore del Keitelejazz Festival di Aanekoski.
L’esperimento di ieri sera era ardito ma interessante: Mustonen ha costruito le sue improvvisazioni non sui classici “standards” della tradizione jazzistica, ma basandosi sul seguente programma tratto dal repertorio classico:
Dimitri Shostakovich: 12 Preludi e Fughe
Johann Sebastian Bach: 12 Preludi e Fughe
Altri hanno già percorso questa strada. Celebri le 72 variazioni di Uri Caine basate sulle Variazioni Goldberg. Ma Mustonen è molto meno convenzionale, e dilania i brani di partenza con improvvise accelerazioni, sciabolate, sussurri, mitragliate, che immergono sia Bach che Shostakovic nelle stesse sonorità della “giungla metropolitana”.
Tanto per darti un’idea: il celebre preludio no. 2 in do minore BWV 847 è stato sparato in un lampo: dodici secondi totali.
Alcuni pezzi hanno retto al gioco, altri meno. Personalmente ho trovato più interessanti queste improvvisazioni:
Basate su Shostakovich:
no. 1 in do maggiore
no. 7 in la maggiore, molto cupo
no. 17 in la bemolle maggiore
no. 23 in fa maggiore, con telefonino
no. 24 in re minore, grande pathos e violenza
Basate su Bach:
no. 3 in do diesis maggiore
no. 8 in mi bemolle minore
no. 14 in fa diesis minore
no. 20 in la minore, nervoso e anfetaminico
Come bis ancora free jazz, su celeberrimo “Jesu bleibet meine Freude” dalla Cantata no. 147.
Pubblico in sala non foltissimo ma caloroso, tranne pochi colti da profondo sonno.