Never prophesize, especially about the future

Oggi David, sempre attento a come il Web cambia la nostra vita, si chiede se stiamo rivivendo l’età dell’oro di Atene:

Here’s the question that excites me so much: Are we in a time that could rival the golden age of Athens in its capacity for reinventing ourselves?

Naturalmente non c’è risposta, non oggi. Ci manca la necessaria distanza storica, quella che distilla dalla vita di tutti i giorni le svolte che si sono rivelate, dopo, significative.

Ma ogni tanto un topolino alza la testa sopra il labirinto e intuisce il disegno complessivo, percepisce una uscita senza sapere se porta a un nuovo labirinto, o a cosa. Sono casi isolati, e comunque lo stesso topolino non ha modo di distinguere tra sogno e realtà.

L’accesso alla comunicazione e alle informazioni diventeranno gratuite molto presto, e comunque entro questo secolo. Si passerà quindi da una democrazia rappresentativa a una democrazia diretta. Lo stato ci sarà ancora, ma come una specie di ebay del sociale. Il passo successivo sarà la scoperta di nuove forme di energia: rinnovabile, inesauribile, sicura. Allora la nuova età dell’oro non sarà più il frutto di pesanti tasse imposte ai vicini, come per Atene, ma porterà prosperità e benessere a tutti.

Oppure: continueremo nella solita merda come sempre, fino a quando non ci annienteremo tra di noi, o fino a quando un grosso meteorite non ci spazzerà via con veloce indifferenza.

Tra mille anni saprai quale delle due è quella giusta. Ma in fondo, che importa? Noi non ci saremo. Allora la mia soluzione è comportarmi come se davvero stessimo entrando in una nuova età dell’oro, come se davvero ci sia ogni giorno, davanti a noi, una svolta importante da intraprendere. Così è più divertente!