Ieri sera Andras Schiff era a Milano con la seconda parte del suo concerto (la prima era stata il 21 gennaio): stessi autori e stessa disposizione dei brani. Programma:
Johann Sebastian Bach
Capriccio BWV 992 “Capriccio sopra la lontananza del suo fratello dilettissimo”
Wolfgang Amadeus Mozart
Sonata in re maggiore KV 533 – KV 494
Domenico Scarlatti
Sonata in sol maggiore K 144
Sonata in si minore K 27
Sonata in re minore K 516
Sonata in re minore K 517
Sonata in fa maggiore K 17
Sonata in la minore K 175
Frederic Chopin
Sonata n. 3 in si minore op. 58
Schiff ha suonato Bach e Mozart sullo Steinway, ma ha eseguito Chopin su un Pleyel. Nel 1832 Camille Pleyel aveva dato il pianoforte e la sala per il primo concerto di Chopin a Parigi. Il suono mi sembra più caldo ma meno brillante.
Andras Schiff suona sommessamente, riflessivamente, in una atmosfera di rarefatta sensibilità. Ma non è pedante, e non è piatto. A me incanta il suo Bach, e ieri sera il capriccio è stato eseguito in modo per me fantastico. Su come suona Scarlatti si potrebbe discutere anni. Certamente manca della latinità a cui siamo stati abituati da tante interpretazioni solari e sanguigne. Non c’era niente di spagnoleggiante ieri sera, anzi. Interpretazione diversa quindi, discutibile ma per niente inferiore. Stesso discorso per Chopin. Versione intimista, rarefatta. Niente esagerazioni, niente istrionismi: romanticismo zen. Secondo me Schiff detesta Liszt.
A parte pochissimi dissidenti, il pubblico in sala ha applaudito a lungo. Tre i bis: mazurka e valzer di Chopin, l’ultimo movimento dal Concerto Italiano di Bach.