Marta Argerich a Milano
Ieri sera al Conservatorio di Milano fenomenale concerto di Marta Argerich con l’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Alexandre Rabinovitch (il fratello gemello di Chris Locke).
Martita in abito lungo nero con righine arancioni, con lunghi capelli crespi corvini sulle spalle, a sessant’anni ancora vagamente bamboleggiante ma insomma, non era una sfilata di moda ma un concerto. E poi lei è la più grande pianista donna vivente, e certamente pochi sono i maschi al suo livello.
Il programma:
Mozart, Sinfonia no. 40 in sol minore K550 (II versione con clarinetti)
Esecuzione rapida, asciutta e vibrante. Orchestra concentratissima e attenta. Io mi sono profondamente commosso: ascolto questa sinfonia da quando sono nato, la conosco nota per nota, e mai me ne stanco. Musica triste, pessimista, cupa; e quindi catartica.
Beethoven, Sinfonia no. 4 in si bemolle maggiore op. 60
Non la sua migliore. Ma ottima esecuzione.
Shumann, Concerto in la minore op. 54 per pianoforte e orchestra
Inizialmente una Fantasia in omaggio alla moglie per le nozze, gli altri due tempi aggiunti in seguito.
Energia, passione, sensibilità, siamo in pieno Romanticismo e Martita è piena di fuoco e di dolcezza. Gli aggettivi erano: appassionato, veemente, emozionante, dolcissimo. Un trionfo.
Bis da sola: Kinderszenen di Shumann e Sonata di Scarlatti.
Applausi a non finire. Pubblico molto commosso.